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Giovedì al chiostro con musica, stelle e cin cin

Allora, capiamoci bene: io di musica classica non capisco un tubo. Tanto che uno dei colloqui più imbarazzanti della storia – subito dopo quello alla Decathlon, dove finsi di essere una nuotatrice professionista per poi essere smascherata con un “lei fai crawl?“- è stato a MiTo, dove tentai di fare colpo parlando dell'”urgenza di svecchiare la musica classica e avvicinarla ai più giovani“. Urgentissimo, certo. Soprattutto per la cariatide con capelli grigio topo e occhialetti senza montatura diplomata in solfeggio, flauto traverso, viola e pianoforte, che avevo davanti. Insomma, non è stata una delle mie uscite migliori (poche).
Da allora continuo a non capirci una beata fava e la verità è che, Quattro Stagioni e Cavalleria Rusticana a parte, la classica mi annoia tanto quanto andare in chiesa la notte di Natale. Se però: 1- non ho niente di meglio da fare, 3- è gratis, 2- me la fai in un posticino romantico con candeline e lucine Ikea, 4- c’è del vino a pochi euro nei paraggi, allora se ne parla.

È il caso dei giovedì d’estate al chiostro del Conservatorio di Milano, già bello di suo (ci facevano i film all’aperto dell’Arianteo), ma ora tutto messo giù carino con tavolini in stile Blue Note tutt’attorno al palco. Premesso che te devi da spiccià perché se no ciao ciao sedia, una volta conquistato il tavolino hai: brindisino di benvenuto, momento musical-letterario a cura della Libreria del Mondo Offeso e di MaMu – Magazzino Musica, momento-tromboni con musica serissima e momento-canto per buttarla un po’ in caciara e compiacere le capre come me. Muy romantico se stai uscendo con uno da poco.