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Vernissage di Bruno Munari da Kauffman Repetto

Bruno Munari è l’idolo del momento. Più di Fontana, più di Pistoletto, persino più di Cattelan perché è morto quindi epico. Per tutti quelli che non l’hanno studiato come teorico, designer industriale, artista visivo e grafico, è il Gianni Rodari del design e questo basta.
Una mostra dal titolo “Ognuno è ciò che sa” su alcune opere-chiave della suaarte programmata” (una sua trovata linguistica per definire quelle opere dominate da un movimento programmato e non casuale, ndm) + diverse xerografie originali fotocopiate con macchina Xerox del 1966 (e qui c’è tutta una storia sulle macchine fotocopiatrici che non vi sto a dire) inaugura martedì 13 novembre dalle 18.30 alle 21.00 alla galleria Kauffman Repetto (altra perla). Pare che sia grossa e ben fatta perché allestita in collaborazione con la galleria Andrew Kreps di New York che ha curato la prima retrospettiva ever su Munari nelle Americhe.

Ah giusto, la questione calicetti: le altre volte c’erano birrette in delle vasche di ghiaccio e nessuna pizzetta, ma Munari merita il digiuno.