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Lucciolata di inizio estate

Se c’è un evento in cui il cuore nebbioso e spietato del Mediolanensis si apre a timidi moti di slancio e commozione, quello è la Lusiroeula (da pronunciare come “cassoeula”, terùn!), cioè la lucciolata. Niente che egli non possa guardare dalle siepi della sua seconda casa a Foppolo, s’intende, ma sempre meglio del solito struscio serale in Darsena con spritz a 6€ (mortacci vostra).

Lucciolata: come funziona

Funziona così: ci si raduna alle 21 all’ingresso del parco in via Cancano (zona Baggio) e dopo 15 minuti circa si parte alla volta dei sentieri più bui con le guide della Cascina Linterno. Mentre questi Pieri Angela dei poveri vi spiegano la rava e la fava di luci, accoppiamento e rischio di estinzione, un gregge di marmocchi di 5-8 anni vi avrà già schiacciato le dita dei piedi appena smaltate almeno 20 volte e i loro intelligentissimi papà avranno già fulminato tutti i cespugli con le loro torcette a led in offerta a 7,99 alla Decathlon. Ed è lì che parte l’esperienza vera: Jack Frusciante (cioè tu) uscirà dal gruppo e si perderà nella selva oscura.

Dopo pochi minuti sarà tutto una distesa di fronde erbose mosse teneramente dal vento sotto la luna piena con milioni di lucine Ikea a bordo-acqua: sono loro, le luccioline. Tu diva nordica tra laghi, querce, luci e capelli all’aria sarai in pieno delirio da armonia cosmica: ogni cosa è illuminata, tu sei bellissima, la vita è una ed è la tua.

Ed è lì che ti sovverranno le ultime parole della guida-Piero: le lucciole si illuminano perché cercano l’amore, le femmine si poggiano agli steli d’erba e si lasciano ondeggiare per farsi trovare e i maschi rispondono al richiamo. Quando si trovano e si amano, lui muore subito e lei gli sopravvive solo per due giorni, giusto il tempo di lasciare sulla terra il frutto del loro amore.

Terribile. Eros e Thanatos, Romeo e Giulietta, strazio, morte e distruzione. Le cose belle durano poco, carpe diem, presto che è tardi. Ci siamo. Il Mediolanensis sta per piangere. Ma ecco lì comparire una luce, in fondo alla distesa erbosa. Reef di chitarra, forse una consolle. Si ode una voce. Oddio festa? Forse open bar? Party in cascina? Corre. Per una lucciola che muore, c’è sempre un milanese che balla.