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Proiezione pubblica del film su Cucchi in Porta Venezia

Qui lo dico e qui lo nego: non ho simpatia per abusivi, occupanti e komunisti old style, ma per LuME sì, moltissima. Perché fa cultura, denuncia, manifestazioni di qualità e azioni di sostanza. Poca retorica da collettivo comunista di liceo classico – e io ne so qualcosina – e molte attività di protesta intelligente. Tipo quando l’anno scorso hanno occupato lo storico cinema d’essai Orchidea, in disuso da anni, per accelerare il processo di riassegnazione dello spazio alla cittadinanza o quando con la loro raffinata offerta culturale gratuita o a offerta libera riavvicinano le persone al teatro d’avanguardia, al jazz, al cinema d’autore.
Giovedì 13 settembre alle 21, infischiandosene totalmente dei diritti a Netflix e alla Lucky Red (la migliore casa di produzione cinematografica italiana insieme alla Fandango di Procacci) e non perché non abbiano rispetto per il cinema ma più come atto di sfida alle autorità che hanno sempre negato l’accaduto, LuME proietterà in piazza Oberdan “Sulla mia pelle. Gli ultimi giorni di Stefano Cucchi“, film fresco fresco di anteprima al Festival di Venezia.

Una proiezione abusiva negli stessi giorni dell’uscita del film nelle (poche) sale quindi non propriamente corretta, ma importante per il suo valore simbolico: perché dover pagare per “vedere” le falle del nostro sistema penitenziario? Ecco, allora, che la visione diventa per tutti, per i passanti, i disinteressati, i barboni o gli inerti. Lì, a pochi passi dalla Cineteca Italiana e dalla stessa casa di LuME, il centro sociale che vive sotto il ponte.